mercoledì 27 luglio 2011

Éduquer c'est...



Per una Tunisia nuova. E non solo per la Tunisia. 
Campagna di sensibilizzazione del Ministero degli Affari Sociali. 
Del resto, ogni progresso passa per l’educazione.

sabato 23 luglio 2011

Non solo 'barbus'


Tunisi non è solo barbus (i cosiddetti estremisti islamici).

Quadro affisso nel salottino del caffè Jimmy’s de La Marsa, quartiere residenziale ‘per bene’ della banlieue di Tunisi.

venerdì 22 luglio 2011

Zoo Project

Zoo Project a Bab Souika
Lo scorso anno adoravo perdermi di notte nei vicoletti intimi e silenziosi della medina di Tunisi ma da gennaio non mi capita più così spesso perché ormai quelle strette stradine sono piuttosto deserte, soprattutto di notte.
Ieri sera, però, il caso ha voluto che si facesse un giro in uno dei miei quartieri preferiti ed anche più popolari: Bab Souika. Camminando camminando, mentre eravamo impegnati a schivare con eleganza le numerose buste d’immondizia lasciate in terra, ci siamo imbattuti in un interessantissimo progetto di cui non avevo mai sentito parlare, Zoo Project. In cosa consiste? Street art, ossia murales sulla ‘rivoluzione’ tunisina che decorano i muri umidi e fatiscenti del quartiere di Bab Souika oltre a varie installazioni realizzate in centro città che ricordano le persone che sono morte durante le manifestazioni di gennaio (più di duecento).

martedì 19 luglio 2011

Due volte sullo stesso taxi

Su quel taxi ci ero già salita una volta ma non mi ero resa conto che quella fosse la seconda. Me ne sono accorta dalla voce del tassista che parlava al telefono. Ignoro il suo nome ma si tratta di un vecchietto che ha passato tutta la sua vita in Svizzera, motivato dall’ambizione e dal desiderio di cambiare, che mi sembra più à l’aise a parlare in francese che non in tunisino e che si diletta, quando torna al bilad, a guidare il taxi.
Senza mezze misure, è un sostenitore sfrenato della necessità di una guerra civile in Tunisia. Proprio così. Mentre alla radio trasmettono il discorso alla nazione del Primo Ministro Caid Essebsi, lui gli chiede le armi, quello che considera necessario per difendersi in una Tunisi così incerta. «Guerra civile una volta per tutte. C’è troppo non rispetto, troppa mancanza di educazione, di senso civico e allora ci si prende a schiaffi bene bene per un po’ e poi si ricostruisce uno Stato civile perchè vince veramente chi lo ha meritato. Così non si arriverà mai da nessuna parte. »

domenica 17 luglio 2011

Kasbah 3?

Pregare il venerdì a Tunisi
Sarà davvero cominciata la Kasbah 3?

Da venerdì sono ricominciati gli ‘scontri’ tra polizia e manifestanti. Da giorni si annunciava una manifestazione dopo la preghiera del venerdì alla Kasbah, la piazza in cui si trova il Primo Ministero che è stata punto focale delle lunghe settimane di sit-in all’indomani del 14 gennaio scorso. Per demotivare i giovani ad assemblarsi, i poliziotti hanno diligentemente lanciato lacrimogeni dentro la moschea durante la preghiera e hanno iniziato ad inveire contro i fedeli. Chi pregava, quasi intossicato, è rimasto bloccato  all’interno dei locali della moschea perché tutta l'area era circondata dalle forze di polizia. In pochissimo tempo, sono arrivati alla Kasbah i giovani dei quartieri vicini e fino alle sette di sera (dalle due e mezza del pomeriggio) la polizia ha lanciato lacrimogeni. 
Ieri sera sono state bruciate diverse stazioni di polizia in tutto il Paese (cominciò così a gennaio) e adesso, tornando a casa dopo una giornata trascorsa al mare, ho dovuto fare il giro del mondo per rientrare perché i giovani del quartiere hanno bloccato la strada principale, quella che dal centro sale fino alla Kasbah, e hanno appiccato il fuoco a qualche trave di legno in mezzo alla strada. Le macchine non possono passare e una folla incuriosita si è riversata in strada ad osservare quel che accade.

mercoledì 13 luglio 2011

Salpiamo o no?

Ma poi la Freedom Flotilla 2 è salpata o no?
Mentre centinaia di attivisti, giornalisti e parlamentari da oltre 40 paesi aspettano di poter salpare per rompere l’assedio navale israeliano sulla Striscia di Gaza, è uscito a Londra Prisoners of Love, una graphic novel che racconta quel che è accaduto il 31 maggio 2010 sulla Mavi Marmara, una delle navi della Flotilla 1 attaccata dalla marina militare israeliana.

24 tavole illustrano il raid israeliano e l’uccisione di nove civili, basandosi sul racconto di Ewa Jasiewicz, tra le coordinatrici del Free Gaza Movement e che era a bordo della Freedom Flotilla. Sack ha reso in fumetto il capitolo finale del libro che la Jasiewicz ha pubblicato in Polonia, dal titolo “Razing Gaza” (titolo originale Podpalic Gaze, edito nel febbraio 2011 da WAB).

Modern Times

sabato 9 luglio 2011

Manifestando

Della manifestazione per la libertà e contro ogni forma di violenza che si è svolta qui a Tunisi lo scorso giovedì mi hanno incuriosito due particolari.

Premesse. C’era gente al ritrovo in Place Pasteur, non troppa per una manifestazione organizzata in una capitale ma abbastanza per finire sui giornali e far accorrere i media locali e stranieri presenti in zona. Tra i partecipanti soprattutto donne, vari uomini, l’élite tunisina dal francese senza accento, soltanto tre donne velate (almeno per quel che ho visto io) e le solite telecamere della polizia che dai balconi filmavano la folla che scandiva slogan di libertà e tolleranza per la Tunisia che si sta costruendo.

Ecco i particolari. 
1) Ho salutato con un sorriso la presenza di un Pannella invecchiato, dal naso decisamente pronunciato, il viso rugoso e i lunghi capelli bianchi raccolti in una coda che si confondeva timidamente tra la folla.
2) Con un altro sorriso ho notato che un poliziotto, in sella alla sua moto, scortava la testa del corteo, esattamente come avviene in ogni parte del mondo in caso di manifestazioni libere e civili. Mi son detta che forse è un dettaglio che non va tralasciato.  


un Michè impiccato in un CPT…

Era un pomeriggio d’estate, non avevo ancora vent’anni e lui era già morto da un po’ anche se io forse non lo sapevo nemmeno. Era un periodo in cui stavo prendendo coscienza del mondo e uscivo dal mio autismo congenito. Faceva caldo e mi ero tuffata sul lettone a una piazza e mezza della stanza accanto. La finestra era aperta e vedevo in lontananza gli alberi del convitto. Brizio aveva uno stereo che io ancora non sapevo usare. Accanto a quell’aggeggio c’erano tante cassette un po’ polverose e duplicate alla buona tra le quali cominciai a frugare alla rinfusa. Ne scelsi una con la custodia scritta da una calligrafia ordinata e pulita, familiare come quella di mio zio.

sabato 2 luglio 2011

Cartas de Salka

È grazie a Jose che ho sfogliato Cartas de Salka, il libro che racconta la situazione della popolazione saharawi in sosta dal 1975 nel soffocante deserto nei dintorni di Tindouf (nel Sahara algerino).
Il libro ne descrive la storia. I disegni rappresentano efficacemente la loro ripetitiva quotidianità. I loro usi e costumi, il colore del deserto, le khaimas (le tende) dove vivono, gli abiti tradizionali degli uomini e delle donne fino alla descrizione di uno degli aspetti più importanti della loro ineccepibile accoglienza: la tradizionale prepazione del té amargo cómo la vida, dulce cómo el amor, suave cómo la muerte

Ecco il link per leggerlo…http://issuu.com/cargamax/docs/carta_de_salka

venerdì 1 luglio 2011

Marcel Khalifa e Omaima el Khalil


Oggi è andata così.
Agente del traffico deciditi ad indicarmi la strada (del ritorno in patria)...