sabato 9 luglio 2011

Manifestando

Della manifestazione per la libertà e contro ogni forma di violenza che si è svolta qui a Tunisi lo scorso giovedì mi hanno incuriosito due particolari.

Premesse. C’era gente al ritrovo in Place Pasteur, non troppa per una manifestazione organizzata in una capitale ma abbastanza per finire sui giornali e far accorrere i media locali e stranieri presenti in zona. Tra i partecipanti soprattutto donne, vari uomini, l’élite tunisina dal francese senza accento, soltanto tre donne velate (almeno per quel che ho visto io) e le solite telecamere della polizia che dai balconi filmavano la folla che scandiva slogan di libertà e tolleranza per la Tunisia che si sta costruendo.

Ecco i particolari. 
1) Ho salutato con un sorriso la presenza di un Pannella invecchiato, dal naso decisamente pronunciato, il viso rugoso e i lunghi capelli bianchi raccolti in una coda che si confondeva timidamente tra la folla.
2) Con un altro sorriso ho notato che un poliziotto, in sella alla sua moto, scortava la testa del corteo, esattamente come avviene in ogni parte del mondo in caso di manifestazioni libere e civili. Mi son detta che forse è un dettaglio che non va tralasciato.  


Data la numerosa presenza di donne apparentemente lontane dalla tradizione musulmana, mi sono sentita per un attimo calata negli anni ‘70 quando a scendere in piazza per rivendicare i loro diritti erano più le donne che gli uomini.
In realtà dimenticavo che le donne anche in Italia stanno ancora manifestando (oggi e domani a Siena si ripete l’appuntamento con Se Non Ora Quando?) e non siamo nè negli anni '70 nè in un cosiddetto paese in via di sviluppo.

Siamo forse così tanto lontani?

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