mercoledì 24 agosto 2011

Redeyef - Moulares, oggi come allora.

- Redeyef -
Redeyef non lo avevo mai immaginato prima d’allora. Se non ricordo male, la prima volta che ne avevo sentito parlare era a dicembre, prima che esplodessero i noti eventi del gennaio tunisino. Presa dal presente, però, avevo commesso l’inspiegabile errore di non soffermarmi a pensare a cosa fosse accaduto proprio lì qualche anno prima, nel 2008. Ingenuamente non mi ero resa conto di quanto, seppur geograficamente lontano, il dissenso di Redeyef fosse vicino a quell’anomala ondata di protesta che stava prendendo forma nella capitale.
Redeyef è un villaggio in mezzo al nulla, tra le oasi di montagna del sud ovest tunisino e la città di Gafsa. Convenzionalmente si trova in Tunisia ma se fosse in Algeria nessuno se ne accorgerebbe dato che dista solo otto km dalla frontiera e si espande in un desolato paesaggio predesertico, dopo km e km di erbacce. 
Da uno sguardo veloce si capisce subito che Redeyef nasconde qualcosa. Balza agli occhi la povertà, l’estrema semplicità che rasenta la miseria. Le case sono basse, bianche e per la maggior parte non terminate. L’architettura è semplice e spoglia, poco rifinita e lasciata quasi al caso. Non ci sono molte macchine e non c'è gente in giro. I negozietti sono sparuti e ridotti all’essenziale. Viene spontaneo chiedersi per quale strana ragione una popolazione abbia deciso di stabilirsi in un luogo così sperduto senza verde né acqua. Solo chi è informato dei fatti sa che grazie alla presenza di fosfati nel terreno quella è, come altre, una delle regioni più ricche della Tunisia (quarto produttore al mondo di fosfati) ma allo stesso tempo una delle più povere. I giacimenti di fosfati, infatti, producono un guadagno di quasi due milioni di Euro al giorno in un villaggio in cui la maggioranza della popolazione vive sotto la soglia della povertà.
- Ferrovia mineraria per trasporto fosfati -
Nel villaggio non sono mai esistite attività culturali e la maggior parte della popolazione vive senza lavoro accusando gravi problemi di salute dovuti proprio all'aria inquinata dalla presenza dei fosfati. L'aridità della terra sembra aver invaso anche lo spirito.
 
Guardandolo così calmo e dormiente, viene da chiedersi come da quella pace inerme possa essere esplosa tanta rabbia. E non so da dove sia arrivata quella forza, forse risponde proprio alla parola disperazione. Un po' come evoca una certa 'locomotiva' di altri tempi, Redeyef nel 2008 ha lanciato un grido contro l'ingiustizia, la disoccupazione, l'ineguaglianza, la sofferenza del più debole sfruttato dal più forte. I lavoratori delle miniere dei fosfati si sono ribellati, soggiogati da un'ingiustizia cronica che non potevano più sopportare. Il governo, spaesato, ha reagito con la solita violenza. Gli scontri sono stati cruenti. Due ragazzi sono morti. Poi tutto è stato messo a tacere e l'eco di quel grido è rimasta intrappolata tra le montagne di fosfati senza riuscire ad arrivare oltremare. 
A distanza di anni, mi chiedo chi abbia ascoltato il grido di Redeyef, così nascosta tra la catena dell’Atlas della vicina frontiera algerina e il deserto. Quale coscienze avrà svegliato quel grido. Mi rattrista dover ammettere che quel grido è ancora sospeso...

3 commenti:

  1. bella descrizione di redeyef! chissà che emozione... io c'ero passata vicino ma senza fermarmi purtroppo ...un paio di commenti:
    - bhe, non mi stupisce che non si possa conoscere redeyef e cosa è accaduto nel 2008 visto che a volte gli stessi tunisini (di tunisi perlomeno) non lo sanno bene perche il governo aveva fatto in modo di non diffondere la notizia e di non parlarne...
    - in realta redeyef è stata una vera "lezione politica" ed esiste un vero e proprio continuum con la recente rivoluzione... se nulla è cambiato è anche in partte causato dal fatto che il paese è in uno stato di instabilità totale e ci vorrà ancora un bel po' prima di vedere davvero qualche miglioramento...
    - domanda: i sindacalisti e manifestanti imprigionati sono stati ora rilasciati?

    dalla tua amica di cartagine e compagna di passeggiate alla moschea :)

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  2. non lo so con certezza ma credo che siano stati rilasciati, soprattutto dopo gli eventi del 14 gennaio. Se non erro c'è anche uno di loro che ha avuto un ruolo politico nella 'rivoluzione' tunisina.
    esatto, per tutto il resto ci vorrà ancora del tempo. ma è stato bello realizzare che stavo passando a Redeyef che secondo me è ben peggio di Sejnane (http://ladroolevie.blogspot.com/2011/05/ce-ancora-verde-sejnane.html) e di altri posti.

    da quella casa nei pressi della kasbah che non hai mai visto.

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  3. sono stati tutti rilasciati dopo la caduta di ben ali

    ben abdallah

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