Mentre
sposava un saudita di 45 anni, Alia, siriana di 17 anni, si ripeteva che
finalmente la fortuna girava dalla sua parte. Fuggita da Homs con la madre nel
2011, arrivata in Giordania, era diventata ospite del campo di Zaatari*,
insieme ad altri 130.000 rifugiati.
Dopo aver trascorso un anno nel campo, la proposta di matrimonio da parte
del saudita le sembrava troppo bella per essere vera. Secondo quanto racconta
la madre di Alia, alla donna era stata offerta la somma di 4.000 dinari di dote
(5,200USD) e la promessa di una vita felice in Arabia Saudita. Nonostante
l'uomo avesse 25 anni più di lei, Alia era d'accordo. I due, dopo la cerimonia
del cosiddetto matrimonio barrani, un termine colloquiale per
designare i matrimoni non ufficiali e illegali che ormai dilagano tra i siriani
in Giordania, consumano il loro matrimonio. Un mese e mezzo dopo, l'uomo
torna in Arabia Saudita. Alia e la madre, il cui marito è morto in Siria,
rimangono sole in una casa fatiscente di Amman, nel quartiere di Jabal
al-Hussein. Non possono contare su nessun aiuto, nessun sostegno o mezzo legale
per rintracciare il marito di Alia. Non possiedono nessun documento del
matrimonio e di lui non hanno più avuto alcuna notizia.Alia è solo una delle centinaia di rifugiate che sono diventate vittime del matrimonio barrani in Giordania. Radio al-Balad** ha recentemente pubblicato un rapporto che esamina centinaia di casi di tali matrimoni non autorizzati, in base ai quali i rifugiati ricorrono ad un'unione illegale, priva di riconoscimento o di protezione ufficiale. Il Dipartimento del Giudice Capo della Corte islamica della Sharia, legge islamica, della Giordania, ufficialmente chiamato il Supreme Judge Department (Dipartimento del Giudice Supremo), ha ratificato 313 matrimoni barrani nel 2012. Ma, secondo la giornalista giordana Etaf Roudan e il team di Radio al-Balad, il numero dei matrimoni illegali è molto più elevato e cresce ogni giorno di più, soprattutto nei campi profughi siriani. Nel corso di un anno di indagini portate avanti da Arab Reporters for Investigative Journalism (ARIJ), Radio al-Balad documenta sedici casi di questi matrimoni. Le conseguenze del matrimonio barrani vanno dai matrimoni di minorenni all'abbandono arbitrario fino alla mancanza di riconoscimento per i bambini nati da questo matrimonio. Inoltre, unioni civili non esistono in Giordania, dove è richiesto sia ai cittadini che ai rifugiati di sposarsi secondo la legge religiosa.
Secondo il Supreme Judge Department (SDJ), i profughi che desiderano sposarsi possono direttamente rivolgersi ad un funzionario chiamato ma'athun. Il ma'athun deve essere in possesso di una laurea in legge e di una prova del Supreme Judge Department, che certifica le sue competenze nel poter officiare matrimoni legali. Ma nel campo di Zaatari, non c'è nessun ufficio ma'athun. Infatti, le autorità del Supreme Judge Department hanno affermato che a Zaatari non esiste un unico ma'athun ma una serie di funzionari che si alternano.
Nel frattempo, l'amministratore del
campo di Zaatari, Rafaat al-Hamidi, ha detto che "non passa giorno senza
matrimoni barrani". "Nessuno impedisce che questo
avvenga, anche se formalmente questi matrimoni non sono permessi", ha
affermato al-Hamidi.
Senza
risarcimento o una corretta gestione da parte del Supreme Judge
Department, del Ministero dell'Interno e dell'ambasciata siriana ad Amman,
i matrimoni barrani continueranno a diffondersi e il numero
delle vittime come Alia crescerà ogni giorno di più.
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