martedì 25 giugno 2013

Zahra's Paradise. Un viaggio nel cuore delle proteste iraniane del 2009

Maledizione! Un altro di quegli orribili spettacoli! Stanno preparando una pubblica esecuzione!
Esecuzione di chi?
Ho sentito di due adolescenti gay alla radio...
Se Rumi e Shams (poeta persiano del XIII secolo e l'amico mistico che ispirò gran parte delle sue poesie), fossero vissuti ai nostri tempi, scommetto che avrebbero impiccato anche loro...
Perché questa gente si sente tanto minacciata dall'amore? 

Dev'essere per la loro poca fede nel Giorno del Giudizio, se falsificano o distorcono così impudentemente l'opera del Giudice (Hafez)

Zahra's Paradise, il Paradiso di Zahra, è il racconto di una giornata particolare nella capitale iraniana, il 16 giugno 2009, quattro giorni dopo la rielezione "truffa" di Mahmud Ahmadinejad. Zahra cerca suo figlio Mehdi, che ha partecipato alle manifestazioni di piazza contro il regime e non è tornato a casa.

sabato 1 giugno 2013

Capire Israele in 60 giorni (e anche meno)

Prima di venire qui ho letto tutti i resoconti di "viaggio alla scoperta" che ho trovato. Molti scrivevano di aver sentito un forte legame con la terra d'Israele non appena vi avevano messo piede. Qualcuno dichiarava di essersi sentito "finalmente a casa". Per me, è come riconoscere una persona famosa in una strada affollata. Una persona la cui pazza vita è da anni sulle prime pagine dei giornali. Ed eccola qui, proprio davanti a me...

Nel marzo del 2007 Sarah Glidden, giovane fumettista statunitense di origini ebraiche, affronta un viaggio con destinazione Israele, un viaggio offerto a lei come a tanti altri giovani ebrei dalla Taglit-Birthright Israel (un'agenzia finanziata dal governo israeliano e da associazioni private), che finisce col diventare progressivamente un viaggio interiore. Ebrea e per questo teoricamente schierata a favore di Israele, al contempo atea e di orientamento politico progressista, elemento che dovrebbe implicare una posizione anti-israeliana, Sarah affronta il viaggio determinata a non lasciarsi incantare dalla propaganda israeliana, forte della sua documentazione e del suo voler districare la complessa questione alla base dei sanguinosi conflitti che lacerano il Paese.