Prima di venire qui ho letto tutti i resoconti di "viaggio alla scoperta" che ho trovato. Molti scrivevano di aver sentito un forte legame con la terra d'Israele non appena vi avevano messo piede. Qualcuno dichiarava di essersi sentito "finalmente a casa". Per me, è come riconoscere una persona famosa in una strada affollata. Una persona la cui pazza vita è da anni sulle prime pagine dei giornali. Ed eccola qui, proprio davanti a me...
Nel marzo del 2007 Sarah Glidden, giovane fumettista statunitense di origini ebraiche, affronta un viaggio con destinazione Israele, un viaggio offerto a lei come a tanti altri giovani ebrei dalla Taglit-Birthright Israel (un'agenzia finanziata dal governo israeliano e da associazioni private), che finisce col diventare progressivamente un viaggio interiore. Ebrea e per questo teoricamente schierata a favore di Israele, al contempo atea e di orientamento politico progressista, elemento che dovrebbe implicare una posizione anti-israeliana, Sarah affronta il viaggio determinata a non lasciarsi incantare dalla propaganda israeliana, forte della sua documentazione e del suo voler districare la complessa questione alla base dei sanguinosi conflitti che lacerano il Paese.
Perplessità e diffidenza costituiscono il filtro iniziale tramite cui Sarah legge la realtà israeliana, ma che lentamente vengono smorzate da un groviglio di emozioni difficili da decifrare e, soprattutto, impossibili da mettere a tacere con semplici argomentazioni di carattere razionale. Una lettura certamente non per tutti, che necessita della giusta conoscenza delle tematiche di attualità, nonché delle dovute premesse storiche e culturali relative agli eventi che hanno portato all’odierno assetto del Paese. Un ottimo esempio di come l’intricata trama di problematiche concernenti religione, storia e politica lasci davvero pochissimo spazio a certezze e preconcetti, qualsiasi sia la posizione individuale del lettore: un conflitto sanguinoso, labirintico e drammaticamente complesso che difficilmente si riduce ad un'unica verità o ad un'unica soluzione.
Perplessità e diffidenza costituiscono il filtro iniziale tramite cui Sarah legge la realtà israeliana, ma che lentamente vengono smorzate da un groviglio di emozioni difficili da decifrare e, soprattutto, impossibili da mettere a tacere con semplici argomentazioni di carattere razionale. Una lettura certamente non per tutti, che necessita della giusta conoscenza delle tematiche di attualità, nonché delle dovute premesse storiche e culturali relative agli eventi che hanno portato all’odierno assetto del Paese. Un ottimo esempio di come l’intricata trama di problematiche concernenti religione, storia e politica lasci davvero pochissimo spazio a certezze e preconcetti, qualsiasi sia la posizione individuale del lettore: un conflitto sanguinoso, labirintico e drammaticamente complesso che difficilmente si riduce ad un'unica verità o ad un'unica soluzione.
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