Babylon (Babel) è un film di deserto, di rifugiati e di uomini, in
cui le donne non compaiono praticamente mai. É un film senza musica e con pochi
dialoghi. Attraverso le immagini si vuole raccontare la vita di un rifugiato,
qualunque esso sia e da qualunque luogo venga. Proprio per questo motivo, il fatto che sia
ambientato a Ben Guerdane, al confine tra Libia e Tunisia e che ospiti i
rifugiati scappati dalla Libia in seguito agli eventi della primavera
del 2011, non è prioritario. Quel che importa è che in uno spazio desertico e privo di
vita, all'improvviso, confluiscono le quotidianità di tante persone diverse, di nazionalità e lingua diversa, costrette a convivere in quello stesso luogo fino a che qualcosa cambi e ognuno segua il suo destino.
É un film di suoni di vita, di tante lingue che si fondono insieme (proprio per questo Babel), di grida, di litigi, di piatti, di posate, di fuoco, di tende che prendono forma, di timbri da apporre su fogli identificativi, di musica cantata e suonata dagli stessi migranti. É un film lento ma che forse ha proprio l'intento di esserlo, per far capire quale sia la lentezza, senza pretese, della vita di un rifugiato.
É un film di suoni di vita, di tante lingue che si fondono insieme (proprio per questo Babel), di grida, di litigi, di piatti, di posate, di fuoco, di tende che prendono forma, di timbri da apporre su fogli identificativi, di musica cantata e suonata dagli stessi migranti. É un film lento ma che forse ha proprio l'intento di esserlo, per far capire quale sia la lentezza, senza pretese, della vita di un rifugiato.
É un film tunisino uscito nelle sale il primo novembre scorso. Ha ricevuto il Gran Prix al Festival International de Cinéma FID Marseille 2012 ed ha partecipato alla Compétition Internationale- DocLisboa 2012.
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